sabato 8 marzo 2008

La sottile linea rossa


Nel novembre 1942, dopo un idillico intermezzo a contatto con la natura e i nativi della Melanesia, il soldato Witt e un commilitone, disertori (o defilati?), sono riaggregati alla compagnia di fucilieri Charlie, impegnata nella conquista di Guadalcanal, la maggiore delle isole Salomone (Oceania). Le sanguinose fasi dell'attacco a una collina controllata dai giapponesi (70´, quasi la metà del film) e le vicende successive sono narrate attraverso le voci interiori dei protagonisti. Raro, se non unico, film sulla guerra in cui per i primi 40´ non si ode uno sparo e non esistono protagonisti, ma alcuni personaggi un po' più importanti, peraltro incompleti, non sviluppati e lasciati alla deriva che hanno un senso soltanto nel contesto corale: il cap. Staros (E. Koteas), il ten.col. Toll (N. Nolte), il serg. Welsh (S. Penn), il soldato Bell (B. Chaplin). Lo stesso Witt (J. Caveziel), figura irrilevante in Jones, è la voce recitante di un oratorio di argomento metafisico e di tono neoromantico. Malick ha scelto la guerra come la porta attraverso la quale passare per dire qualcosa di radicale sull'estensione dello spettro morale di cui è capace l'uomo e porre alcune domande: perché la guerra? che posto ha l'uomo sulla Terra? che cosa lo spinge alla violenza, a perdere il senso della natura, della pietà, della bellezza? Questo film panteista è una preghiera di fine millennio, una invocazione d'aiuto, “un poema triste, soffocato e malinconico sulle cose della natura e sulla natura delle cose, uomo compreso” (Bruno Fornara).

1 commento:

Anonimo ha detto...

Terrence Malick torna a Hollywood dopo un decennio di due iato con questo adattamento del romanzo classico Seconda Guerra Mondiale da James Jones. La storia segue gli sforzi di un esercito plotone di catturare la controllata giapponese-isola di Guadalcanal nel Pacifico, che avrà un grande effetto sui risultati della guerra. I membri del C-per-Charlie Società sono tutti lottano per diversi motivi: alcuni di raggiungere la gloria, alcuni di lotta per la democrazia, e alcuni semplicemente per restare vivi. Essi trascorrono le più tranquille momenti riflettendo sulla loro esistenza, alla ricerca di significato tra le senselessness di guerra. Malick la reputazione come uno dei cinema più brillanti registi, sulla base di suoi capolavori e Badlands GIORNI DEL CIELO, gli hanno permesso di tirare insieme uno dei più grandi insieme all-star cast nella storia di Hollywood. Il risultato è un sprawling epica che si svolge come leggere una poesia in un sogno, un sentimento che è grandemente rafforzata da John Toll del galleggiante camerawork e Hans Zimmer ossessivo del cliente. Piuttosto che concentrarsi esclusivamente sulla violenza e la distruzione della guerra, Malick usa la situazione per affrontare le questioni filosofiche, come l'uomo contro natura, la guerra contro la pace e contro il male bene. La sottile linea rossa dimostra che dopo 20 anni di licenziamento, Malick non ha perso un passo